Massima attenzione e controllo per il viadotto Bisagno: è vitale evitare che altre tragedie come quelle del ponte Morandi si ripetano. Questo ponte dell’A12 infatti presenta delle criticità che non possono essere ignorate.
Il viadotto Bisagno risale al 1967 e si alza per 70 metri sopra una vallata densamente abitata, proprio sotto il ponte sono presenti parcheggi, strade pubbliche, scuole e abitazioni civili.
Negli ultimi anni è stato possibile notare come le sue condizioni siano peggiorate mettendo in forte dubbio la tenuta strutturale della costruzione. La Liguria non può permettersi un’altra tragedia come quella di due anni fa, dove 43 persone innocenti persero la vita.
Se nulla di concreto verrà fatto, se continuerà ad esservi l’assenza di adeguati interventi di manutenzione, il rischio di veder ripetersi incidenti mortali è da considerarsi reale.
Noi de ilBuonsenso da tempo ci occupiamo del problema e abbiamo già denunciato, tramite esposti alla Procura e ora sono in corso diverse indagini, il crollo di pezzi di calcinacci, bulloni e tubi che hanno danneggiato le automobili parcheggiate in Via delle Gavette e messo a rischio la sicurezza dei residenti.
Aspi ha fatto sapere, dopo l’apertura delle indagini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, che “la struttura è interessata da una completa manutenzione conservativa di tutte le parti strutturali e dalle revisioni di alcune linee di giunto”.
Parole che non si traducono in fatti. Soprattutto se si pensa che in Commissione regionale il tecnico responsabile l’ingegner Tosi di ASPI ha spiegato in audizione che i forti rumori possono essere riconducibili a qualche bullone allentato fra i giunti che tengono su il viadotto, ma non per questo ne ha stabilito la chiusura.
Prendendosi di fatto la responsabilità del passaggio delle auto su un ponte che andrebbe sistemato.
In più veniamo a sapere che la trattativa tra i residenti e Aspi per un intervento di Autostrade per aiutare chi abita sotto il viadotto a trovare una nuova abitazione, si è improvvisamente interrotto, senza alcun motivo apparente durante il lockdown. La verità è lampante, ma per stare ai fatti, il motivo è ignoto.
Non solo, ma la Giunta Regionale ha a disposizione un grande mezzo per aiutare i cittadini: il PRIS.
Il PRIS sta per “Programma Regionale di Intervento Strategico” ed è uno strumento di Regione Liguria che serve per indennizzare i cittadini le cui abitazioni (e quindi le cui condizioni di vivibilità) sono interferite da lavori di costruzione per grandi opere, ma anche di demolizione o ricostruzione di parti di queste opere, grazie ad un emendamento che abbiamo fatto approvare nel dicembre 2018. Inoltre si applica per tutti gli eventi a cui è riconosciuto il carattere di “emergenza”.
E’ quindi plausibile la sua applicabilità e comunque l’intervento di Regione per farsi promotrice di un’intesa con i concessionari per indennizzare e mettere in sicurezza gli abitanti, vista la situazione di estrema gravità di chi ha casa sotto il viadotto Bisagno, dove crollano oggetti pericolosi da un’altezza di 70 metri.
Chiediamo a Regione di dichiarare lo stato di emergenza per chi abita sotto il Viadotto Bisagno e di attivarsi subito con ASPI per far valere il PRIS, o altro analogo strumento, per trovare con Aspi condizioni di indennizzo favorevoli in modo da consentire agli abitanti della zona, sottostanti e immediatamente limitrofi, di potersi spostare e vivere altrove, evitando il pericolo di caduta, i rumori e le polveri di un cantiere che dovrebbe essere permanente per garantire sempre la sicurezza di una simile infrastruttura.
I cittadini liguri meritano di conoscere le reali condizioni del Viadotto e ricevere rassicurazione sugli interventi. Non solo: meritano di essere risarciti da Aspi per i danni subiti e i disagi.
La maggioranza deve muoversi e farlo in fretta, trovando, insieme ad Aspi, le risorse per prendersi cura dei propri cittadini.