Questa mattina Toti ha attaccato Luigi Di Maio su Gronda e Terzo Valico.

E’ finito il tempo dei partiti che si fanno beffe degli elettori, di chi si tiene nel partito i mafiosi, di chi candida i condannati per truffa ai danni dello Stato. Anche il Terzo Valico è una truffa! Vi dicono che serve per conferire più rapidamente i container dal Porto di Genova al centro Europa ma queste sono fandonie: non serve un’opera che costa 6 miliardi di Euro pubblici (1 milione al km) e che per realizzarla ci vogliono decine e decine di anni con vittime da amianto e disastri ambientali annessi. Non serve perché il Terzo Valico ridurrebbe di soli 45 minuti il tempo di conferimento delle merci, ma il vero problema è che a Genova, cioè in Italia, la merce resta in giacenza in porto una media di 12 giorni e mezzo (!) quando nei porti del Nord Europa (quelli a cui i fanfaroni che sostengono il Valico vorrebbero fare concorrenza) il tempo di giacenza è di soli 6 giorni! Questo a causa di regolamenti e leggi italiane per le pratiche burocratiche generiche e quelle specifiche di sdoganamento delle merci assurdamente lunghe in Italia.

Non conta accorciare il tempo del trasporto di soli 45 minuti se tanto la merce rimane ferma 6 giorni di più rispetto ai grandi porti d’Europa. Anzi, in certi porti europei i controlli non vengono neppure effettuati e questo comporta una concorrenza sleale che fa preferire gli altri porti ai nostri. Dobbiamo lavorare per uniformare i controlli doganali e la burocrazia a livello europeo, questo farebbe guadagnare molto più tempo di qualunque valico.

Le nostre soluzioni per divenire finalmente competitivi sono queste: anzitutto rendere uniformi dappertutto in Europa le tempistiche di sdoganamento e accorciare le solite lungaggini burocratiche italiane che ci fanno perdere miliardi. Soluzioni rapide, economiche ed immediate. Abbiamo già iniziato a muoverci in questo senso: Tiziana Beghin ha proposto in Parlamento Europeo una risoluzione per rendere omogenee le regolamentazioni sullo sdoganamento in tutti gli Stati membri, ed è stata votata favorevolmente con ampia maggioranza!

La vecchia storia del Terzo Valico, che dopo 30 anni di chiacchiere è solo ad un quinto della sua realizzazione è evidentemente motivo di forte interesse per chi ci guadagna con gli oltre 6 miliardi per la realizzazione: i 35 arresti di questi anni dimostrano chiaramente che dietro al Terzo Valico c’è del torbido, come abbiamo sempre detto. Toti riveli subito chi sono i suoi finanziatori per la campagna elettorale: perché furbescamente e arbitrariamente ha scelto di utilizzare una “fondazione” per raccogliere fondi per la sua campagna, che per la legge italiana oggi non prevede trasparenza sulle fonti, e Toti se ne frega dei moniti di Cantone che intima ogni forza politica a rendere noti i finanziatori anche in caso di fondazioni. Chi va a cena per Change? Forse anche qualche grande azienda che ha le mani in pasta col Terzo Valico?

Sulla Gronda: se Toti chiedesse al suo amico Maroni, avrebbe tre esempi concreti e negativi di bretelle autostradali fallimentari che restano deserte per gli altissimi pedaggi e che sono costate miliardi su miliardi in Lombardia: la Brebemi, la TEEM e la famigerata Pedemontana, per sostenere i costi esagerati, che si ripercuotono sulle tariffe autostradali, solo per la Pedemontana quale a inizio 2018 i liguri – e non solo – hanno visto impennarsi i pedaggi della A7 di quasi il 14%.

Quale visione ha il centrodestra da qui a 10 anni per Genova e la Liguria? Per noi Genova e la Liguria deve puntare sulla prevenzione al dissesto, sulla mobilità pubblica diffusa e capillare e sostenibile e migliorare la qualità della vita di ogni cittadino.

Prima di ridurre il nostro territorio a una gruviera, Toti dovrebbe chiedere conto a Società Autostrade, vista la quantità di continui incidenti a causa della cattiva costruzione delle corsie che sovente in Liguria nemmeno prevedono quella di emergenza, dovuta per legge! O forse alla cena di Change si troverebbero nella lista anche Società Autostrade, che già vessa noi cittadini con tariffe esose e sproporzionate rispetto al servizio offerto?