L’emergenza coronavirus è ancora attiva, sotto controllo ma ancora pericolosa. Dal Governo sono arrivate possibilità di apertura per la ripresa delle attività commerciali. Dalla Regione si è ulteriormente aperta la quantità di attività abilitate al ritorno al lavoro.
Per certi versi può esser visto come un bene, ma senza un controllo rigoroso diventa una bomba ad orologeria.
Prendiamo un punto a caso del decreto che è stato fatto senza alcuna programmazione dalla Regione, quello sulla piccola edilizia e le ristrutturazioni. Toti, come scritto sul sito della Regione, dichiara che l’autorizzazione alle aperture è legata alla responsabilità di ognuno è cioè: “…nel rispetto delle regole sulle distanze di sicurezza e sulla profilassi, come il lavaggio delle mani…”
Ovvero diventa responsabilità di un muratore mantenere le distanze e stare attento a lavarsi sempre le mani. Siamo alle comiche.
Un artigiano, un muratore che deve eseguire un lavoro in casa di un cliente entrerà senza alcuna protezione valida, lavorerà in modo pesante vicino a tutta una famiglia. Sia il lavoratore che la famiglia rischiano di contagiarsi. Chi controlla? Chi può sapere se tutti rispettano le regole di profilassi e se hanno i Dpi necessari?
Gestire questa emergenza non è un gioco da social media o da diretta notturna, è qualcosa di serio.
Stiamo per uscire da questa gravissima situazione e mentre obblighiamo, giustamente, milioni di persone a non uscire non possiamo poi subire decreti regionali senza alcuna visione globale della situazione.
È ora di uscire dalla demagogia e fare il bene dei liguri.