L’8 Gennaio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto che prevede la fase due del Reddito di Cittadinanza e si basa sui Comuni di appartenenza.

In breve la norma prevede che chi percepisce il Reddito di Cittadinanza debba offrire al comune di residenza delle ore di servizi di pubblica utilità. Da questo chiaramente sono esentate alcune categorie, una per tutte chi deve accudire bambini o disabili.

Per chi rientra nelle categorie non protette chiaramente inizia la vera e propria forza del Reddito di Cittadinanza, che è pensato per aiutare le fasce deboli ma soprattutto reintegrarle nel mondo del lavoro in modo da risolvere alla radice il problema.

Le persone che daranno il loro contributo ai comuni non potranno sostituirsi ad operatori qualificati o dipendente dall’ente pubblico o dell’ente gestore.

Facciamo un esempio: una persona con competenze nell’ambito dell’assistenza domiciliare alle persone anziane non può sostituire un operatore qualificato, ma potrà costituire un supporto per un potenziamento del servizio con attività ausiliarie.

I Comuni dovranno istituire un registro dei partecipanti ai Puc, in cui registrare le presenze giornaliere dei beneficiari del reddito di cittadinanza, l’ora d’inizio e fine dell’attività.

Il nuovo passo del Reddito di Cittadinanza

Tutta la procedura del reddito ha sofferto fino ad ora di una mancanza di progettualità sulla creazione del posto di lavoro, dell’avvicinamento della persona senza lavoro verso le aziende. Questo è dovuto anche al fatto che molti sono fuori dal mondo del lavoro da tempo e quindi non hanno più le competenze necessarie agli imprenditori.

Ed è questo il prossimo passo, che finalmente renderà l’Italia un Paese con un’attenzione e una metodologia moderna, al passo con tutti gli altri, nella creazione di posti di lavoro.

È stato risparmiato molto denaro

Dal primo progetto di Reddito di Cittadinanza è stato risparmiato molto denaro. Sono state aiutate persone e famiglie a non farsi sfruttare come manovalanza sottocosto. Sono anche state eliminate le persone che volevano approfittare, i classici furbetti, che in questo caso sono stati stroncati sul nascere e nessuna sovvenzione è andata persa.

La campagna contro il Reddito

La destra e la sinistra si sono scagliate con forza contro il Reddito di cittadinanza. Perché?
Semplicemente perché c’è un certo tipo di politica che vuole le persone ingabbiate, bisognose, deboli. Lo abbiamo visto per decenni, con soldi a pioggia buttati al vento se non dati alle mafie.

Io e il MoVimento 5 Stelle vogliamo un cittadino consapevole, libero e che si riappropri della propria dignità.

Ci sono stati dei problemi nell’attuazione del Reddito di cittadinanza? Si, certo, non nascondiamoci.
Ma abbiamo risolto ampiamente molte cose e stiamo ora arrivando al vero punto di tutta la strategia.

Il MoVimento 5 Stelle vuole un cittadino libero, forte e indipendente.