Veduta della darsena di Genova

Una vera emergenza in Italia, punto imprescindibile e su cui non bisogna mai abbassare la guardia, è la regolarità nell’assegnazione di cantieri, permessi e concessioni.

L’Autorità Portuale di Genova ha concesso alla multinazionale Amico&Co SRL degli spazi in darsena in violazione delle regole della concorrenza e dei canoni di imparzialità e trasparenza che dovrebbero essere tipiche delle procedure di evidenza pubblica.

La concessione della nuova Darsena da parte dell’Autorità Portuale di Genova è apparsa fin da subito connotata da alcuni vizi procedurali: a destare perplessità, infatti, non è stato solo il via libera allo sfruttamento della zona da parte di un privato, ma anche le modalità.

Più precisamente sarebbe illegittima per via della non conformità nei confronti dell’articolo 37 del Codice della Navigazione, dell’articolo 18 del Regolamento attuativo del codice della Navigazione nonché delle norme europee relative alla concorrenza.

In poche parole ad essere mancata è stata la trasparenza nella concessione dello sfruttamento della darsena che, come legge comanda, deve essere pubblica e definita da una procedura competitiva chiara e trasparente.

Il problema principale in questo caso è la mancanza di una procedura pubblica di assegnazione, volta a offrire “proficue garanzie” della concessione come stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 889 del 7 marzo 2015 e da quella del Tar di Catania del 9 luglio 2017.

Inoltre, è quantomeno anomalo che la concessione sia stata rilasciata ad un soggetto privato in così poco tempo e per così tanti anni. Ad esempio I Saloni Nautici, l’associazione senza scopo di lucro che organizza la Fiera di Genova, è stata costretta per anni a reiterate richieste per ottenere concessioni anche inferiori ai 12 mesi.

Il fattore che ha lasciato allibiti gli esperti del settore è che I Saloni Nautici non abbia avuto la stessa possibilità e gli stessi tempi per presentare richiesta di concessione ventennale così come avvenuto invece per la Amico Srl, che tra l’altro ha in programma una serie di investimenti minori rispetto a quelli proposti da I Saloni Nautici.

Analizzando poi le attività organizzate e promosse da I Saloni Nautici è evidente che queste abbiano un interesse molto più rivolto alla collettività e allo sviluppo di Genova, rispetto alla Amico srl, che ha un piano volto sostanzialmente a massimizzare i suoi profitti.

L’utilizzo di spazio pubblico dovrebbe servire alla città, non ai guadagni di una multinazionale.

E’ per questa motivazione, tra le altre, che non si comprende come si sia potuti giungere all’attuale frazionamento della concessione ed alla necessità di raggiungere un compromesso quando lo sfruttamento della zona è palesemente irrituale.

Il MoVimento 5 Stelle in Liguria, monitorerà la situazione e chiederà spiegazioni per capire le motivazioni di decisioni tanto “originali” ed è pronto a utilizzare ogni mezzo per salvaguardare la crescita di Genova.