La Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia mette in luce la situazione attuale della criminalità organizzata in Italia. Regione per regione il rapporto del lavoro eseguito dalle forze dell’ordine descrive in modo particolareggiato i successi e le criticità del sistema.

La Liguria ha una presenza di ramificazioni di stile mafioso fin dagli anni ‘70. Il rapporto ne fa una disamina completa, potete scaricarlo integralmente al link che metto sotto l’articolo.

La criminalità organizzata – dice il rapporto – è attirata dal ricco tessuto economico-imprenditoriale, dall’importanza del porto e dalla particolare collocazione geografica, crocevia tra la Versilia, la Costa Azzurra, le regioni del nord Italia e il centro Europa.

Soggetti segnalati per criminalità organizzata

La Liguria è “occupata” ormai stabilmente da organizzazioni di ‘ndrangheta che collegano anche altre organizzazioni, compresa quella Nigeriana, in traffici di ogni tipo, da quello di stupefacenti, traffico di armi, fino a infiltrazioni nel tessuto di appalti e lavori pubblici.

Enorme il lavoro delle forze dell’ordine che non finirò mai di ringraziare. L’infiltrazione, in breve, è al livello economico e in qualche caso politico. Infiltrazioni per i lavori di appalto che hanno visto addirittura la demolizione del Ponte Morandi con due aziende fittizie che in realtà erano riconducibili a ‘ndrangheta.

Sono state scoperte ed eliminate da minuziose indagini. Colpisce come alcune “famiglie” esportino dai loro luoghi di origine addirittura “feste patronali”. Si legge nel rapporto: “Non è casuale che da qualche anno, proprio a Ventimiglia, si celebri nel mese di settembre la ricorrenza della “Madonna della Montagna”, parallelamente a quella celebrata nello stesso periodo presso il Santuario di Polsi, a San Luca d’Aspromonte (RC), manifestazione religiosa nel corso della quale, storicamente, si tengono dei summit di ‘ndrangheta.”

Questa consapevolezza, nell’indifferenza della giunta della Regione Liguria, ha guidato infatti una mia proposta, andata a buon fine, di istituzione di una commissione regionale d’inchiesta antimafia per la Liguria.

Iniziativa introdotta a seguito del nostro ordine del giorno sulla istituzione di una Commissione di inchiesta sul radicamento del fenomeno mafioso in Liguria ex. Art. 28 comma 1 del regolamento Interno del Consiglio regionale approvato all’unanimità il 5/06/2018.

Questo atto dimostra che il MoVimento 5 Stelle dà un forte contributo sul contrasto alle mafie, prova ne sia il testo del Regolamento interno del Consiglio regionale coordinato con le modifiche approvate dal Consiglio stesso il 21 maggio 2019, che prevede per il 2020 l’istituzione della commissione permanente antimafia.

Il MoVimento 5 Stelle ha a cuore i cittadini. Questi passi, intrapresi pur stando all’opposizione, denotano un fatto che reputo preoccupante. Se non avessi creato questo ordine del giorno e lottato per farlo approvare, cosa sarebbe stato fatto dalla destra? Niente.

Perché?

È una domanda che mi faccio spesso. A cui ancora non ho trovato risposta. Molte le idee che mi vengono ma voglio cancellarle, non credo siano possibili. Assolutamente.

Io so solo una cosa, lotterò sempre per la legalità, in qualsiasi ambito, dalla più piccola spesa di soldi pubblici fino ai grandi appalti. È mio compito rendere migliore la nostra Liguria, difenderla. Insieme a voi. Insieme a tutti i liguri veri, onesti, che non accettano il proliferare di questo metodo criminale nel nostro tessuto sociale. Occorre pretendere maggiore chiarezza e trasparenza da parte dell’Amministrazione nelle procedure di assegnazione dei lavori pubblici, senza utilizzare lo slogan “meno burocrazia” (su cui tutti ci troviamo concordi), al solo scopo di agevolare ditte “amiche”. La trasparenza è la chiave per frenare le infiltrazioni mafiose, perché il miglior controllore sono i cittadini. E la Regione deve fare programmazione, previsione, pianificazione, coinvolgendo la cittadinanza.
Questa voglia di qualcuno di avere “pieni poteri” è pericolosa. Non tanto per quello che potrebbe fare un governatore di Regione che accentra su di sé pieni poteri, quanto perché salterebbero tutte le clausole di sicurezza. E le famiglie di ‘ndrangheta, mafia e camorra, non aspettano altro.

Non lo permetteremo.

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