
La Gronda di Genova è un’infrastruttura in fase progettuale che ha tutte le potenzialità per rivelarsi basilare per gestire il traffico privato e commerciale del capoluogo ligure e dei dintorni: a patto però che il progetto alle sue basi sia sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico.
Purtroppo il progetto scelto, proposto da Autostrade per l’Italia (controllata della holding dei Benetton Atlantia, N.d.R.) non è né l’una né l’altra cosa: è infatti previsto un lavoro di scavo per ben 54 km in sotterranea con la conseguente produzione di tonnellate di amianto, la cui forza cancerogena ed inquinante verrebbe a contatto con i cittadini mettendo a rischio la loro salute. I lavori approvati, nello specifico, prevedono circa 65 km di nuovi tratti autostradali pensati per allacciarsi ad alcuni svincoli della città (Genova Est, Genova Ovest, Bolzaneto, N.d.R.) connettendosi con la direttrice dell’A26 a Voltri e ricongiungendosi con l’A10 a Vesima. Un tracciato molto complesso dal punto di vista dell’attraversamento del territorio e per questo chiamato a svilupparsi costruendo 23 gallerie per circa l’80 % del percorso totale.
Per ultimare la Gronda sono poi previsti 13 nuovi viadotti e l’ampliamento di 11 già esistenti: un progetto che ha diverse criticità, che, va ricordato, potrebbero causare problemi alla salute dei cittadini e grandi sprechi di denaro pubblico.
Il MoVimento 5 Stelle aveva già presentato un progetto alternativo a quello di Autostrade per l’Italia (Gronda per Genova, N.d.R.) che non chiamava in causa la produzione di cancerose particelle di amianto e che risultava meno oneroso sia nei tempi di costruzione che nell’impegno economico ma soprattutto più efficace nella riduzione del traffico autostradale e urbano: si parla di 3 anni di lavoro contro i 12 della Gronda approvata e di 1,8 miliardi di euro di spesa a fronte dei 5 previsti.
Un’opzione tecnica decisamente più conveniente sotto ogni punto di vista per la Liguria, per il Ministero delle Infrastrutture e per i cittadini liguri, che però non è stata presa in considerazione da Autostrade per l’Italia.
Al danno si aggiunge la beffa: la Procura di Genova ha recentemente sottoposto a misure cautelari sei operatori di Spea (controllata di Autostrade, N.d.r.) e di Autostrade per aver falsificato i report relativi allo stato di salute del ponte Morandi prima del crollo. E il ponte era parte integrante del progetto di Gronda approvato. Ma, fatto ancora più grave, gli operatori hanno continuato a falsificare i report sullo stato di manutenzione della rete autostradale anche dopo il crollo del ponte Morandi (!). Fatti gravissimi che lasciano ipotizzare come ci si possa fidare poco di quelle che sono state le valutazioni che hanno portato all’approvazione del progetto di Gronda di Autostrade e che confermano la validità della mancanza di fiducia che il MoVimento 5 Stelle ha per la possibilità che questa società, Autostrade per l’Italia, prosegua con la messa in opera del suo progetto.
Soprattutto quando esistono alternative migliori e più sostenibili che porterebbero, tra le altre cose, a risultati migliori dal punto di vista della diluizione del traffico della città di Genova e del suo entroterra. Come dichiarano i tecnici del Ministero dei Trasporti. Un’infrastruttura così importante come la Gronda deve essere in grado di rispondere alle esigenze logistiche senza causare danni evitabili e la sua costruzione deve essere affidata a persone nelle quali sia possibile riporre la propria fiducia, e che non vantino illeciti nel loro curriculum.