Tutelare il lavoro dipendente deve essere uno dei punti fermi di una classe politica intelligente e volta a sostenere i bisogni del cittadino. Nella società attuale, senza il lavoro le persone non hanno di che vivere e non possono quindi nemmeno contribuire a far girare l’economia.
Non è un caso che l’Italia sia per Costituzione “una Repubblica fondata sul lavoro”: questo tratto distintivo del nostro paese racconta chi siamo e dove possiamo arrivare. La Repubblica Italiana riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e, in teoria, dovrebbe promuovere l’esistenza di tutte le condizioni necessarie affinché gli stessi possano averlo.
È solo quando queste condizioni sono rispettate che il cittadino riesce davvero a compiere il suo dovere nella comunità, e cioè concorrere, come la Costituzione richiede, al progresso, al benessere della vita del paese.
La tutela dei diritti dei lavoratori è da considerare centrale nella gestione politica: sono persone, donne e uomini, che consentono all’intera penisola di funzionare, di poter andare avanti, di produrre le eccellenze per le quali siamo conosciuti anche all’estero.
Eppure spesso i lavoratori si rivelano i più bistrattati, coloro i cui diritti vengono calpestati da leggi inique o di contro, dal mancato rispetto delle norme basilari legate all’occupazione.
Quello che manca e che dovrebbe essere maggiormente presente quando si parla del lavoro è il coinvolgimento: i bilanci sono importanti ma non si può ragionare solo per numeri, bisogna tenere conto delle persone e delle loro esigenze.
Solo un lavoratore soddisfatto e tutelato darà il meglio di sé aumentando la produttività. E come si ottiene tutto ciò? Attraverso la partecipazione e il monitoraggio. Il datore di lavoro e lo Stato devono gettare le basi per una produttività sana e reale, questo avviene solo se chi lavora è tutelato.
Occasioni motivazionali, il riconoscimento del lavoro, premi di produzione collegati alla verifica degli obiettivi da raggiungere: questi sono solo alcuni degli strumenti che possono essere messi in campo per far sì che i lavoratori possano avere coscienza del proprio operato, sentirlo riconosciuto e automaticamente aumentare la propria produttività.
Il rispetto dei diritti dei lavoratori dipendenti è alla base di un sistema produttivo duraturo e di successo: solo così è possibile prendersi cura delle esigenze di tutti, dalla popolazione fino alla classe dirigente.
Il lavoratore dipendente deve essere visto come una risorsa preziosa per il benessere dello Stato: la sua tutela è la pietra di civiltà sulla quale costruire un’economia funzionante e funzionale, davvero in grado di sostenere il Paese.
Questo significa che il contratto nazionale del Lavoro deve essere costantemente adeguato secondo gli standard e i costi della vita corrente, in ogni categoria: non si può mettere la popolazione in condizione di non riuscire ad andare avanti per via di accordi obsoleti e non più adatti a garantire i diritti costituzionali.
E, soprattutto, deve essere garantita la sicurezza sul posto di lavoro sempre: è inaccettabile che ogni giorno vengano registrate una media di 3-4 morti bianche nel nostro paese. Un triste bilancio contro il quale è necessario combattere impiegando una maggiore attenzione e un maggiore coinvolgimento. E che invece passa quasi inosservato!
Gli incidenti sul luogo di lavoro, che troppe volte si rivelano mortali, potrebbero essere evitati se fossero applicati maggiore attenzione e un controllo vigile. I dipendenti dovrebbero contare, in ogni condizione, su dispositivi e politiche di protezione adatti a proteggerli secondo il loro mestiere, in qualsiasi situazione.
Purtroppo il lavoratore dipendente, base di quella produttività che spinge avanti l’economia, viene al contrario sempre di più dimenticato o sfruttato. Il precariato è una delle piaghe sociali più radicate oggi nel mondo del lavoro: le risorse umane sono svalutate troppo spesso rispetto alla loro preparazione e quelle che dovrebbero essere considerate le norme base del rispetto del lavoratore in troppe circostanze restano un’utopia.
Chi lavora ha bisogno di certezze, ha bisogno di tutele, e di una remunerazione giusta per andare vivere dignitosamente. Per questo oltre che dire no al precariato bisogna anche combattere per ottenere un salario minimo garantito idoneo, in modo tale da consentire alla forza lavoro di essere sempre rispettata ed essere produttiva.
No allo sfruttamento, sì al giusto riconoscimento.