Il comunicato giustificativo del Galliera contiene grossolane inesattezze terminologiche, forse dovute a ignoranza giuridica, oppure siamo di fronte all’ennesimo tentativo di prendere tempo da parte di un’amministrazione assai poco trasparente, per non dare risposte dovute. È davvero singolare infatti che il Galliera non ricordi la sentenza del Consiglio di Stato di una decina di giorni fa, del 16 febbraio, dove si ribadisce che: “Per l’esercizio del proprio mandato ogni Consigliere regionale ha diritto di ottenere dagli uffici della Regione e degli enti dipendenti, partecipati o vigilati copia degli atti e dei documenti, anche preparatori, e di conoscere ogni atto utilizzato ai fini dell’attività amministrativa, secondo le modalità previste dal Regolamento Interno”.
Il cavillo semantico inventato dal Galliera, dove si perde tempo sulle parole “atto” e “documento” non attacca. Non ha alcuna rilevanza che il piano economico finanziario non sia un “atto” bensì un “documento”, perché abbiamo diritto/dovere di vigilare su ogni documentazione prodotta dall’ente ai fini amministrativi. Nonostante questa goffa supercazzola, con cui il Galliera intende giustificarsi, è confermata nuovamente – proprio nel testo del comunicato del Galliera – la mancanza dell’amministrazione dell’ospedale: ammette l’ente che esista solo un documento “preliminare” di piano economico finanziario ma non il documento definitivo.
Ebbene è esattamente l’assenza e incompletezza di questa documentazione a costituire il problema centrale: Toti ha finanziato con 41 milioni di Euro un’operazione in assenza del piano economico finanziario definitivo, per questo motivo procediamo con l’esposto alla Corte dei Conti. Certo fa sorridere che il Galliera copra la spesa con immobili non ancora venduti né costruiti. Non stupisce la perplessità della Corte dei Conti in apertura dell’anno giudiziario sulla sostenibilità economica dell’operazione.