In un momento di grandissima difficoltà per Genova e per i genovesi, specialmente a Ponente, Ericsson è l’unica azienda degli Erzelli che non permette ai dipendenti di svolgere la propria attività tramite telelavoro o smartworking, né garantisce un servizio navetta straordinario per raggiungere la collina.

Insomma, una chiusura su tutta la linea che stona con il clima che si respira in città, e anche agli Erzelli, dove aziende e lavoratori stanno trovando soluzioni logistiche efficaci per far fronte all’emergenza. Su questo punto siamo pronti a presentare un Ordine del giorno in Consiglio regionale con cui chiediamo a Toti che, come Presidente di Regione, faccia moral suasion su Ericsson affinché accolga le legittime richieste dei lavoratori in difficoltà, scandite peraltro dalle impegnative che lo stesso Toti (insieme a Bucci) condivide in qualità di commissario all’emergenza.

In un momento in cui la città è in ginocchio, ognuno deve fare la propria parte per ridurre le conseguenze collaterali di questa ferita ancora aperta. A farne le spese sono soprattutto i dipendenti di Levante e Valpolcevera, costretti quotidianamente a fare i salti mortali per raggiungere il posto di lavoro, contribuendo inevitabilmente ad ingolfare ulteriormente un traffico già a livelli di emergenza. Se tutti facessero come Ericsson, Genova sarebbe condannata alla paralisi totale.

Purtroppo ancora una volta Ericsson conferma di avere ben poco a cuore il territorio e chi qui vive, a cominciare dai propri dipendenti, da cui in questi anni ha ottenuto molto più di quanto ha restituito.