Salute e ambiente procedono di pari passo e convergono sempre quando si tratta di scelte politiche che coinvolgono i cittadini. Il Consiglio Provinciale della Spezia di lunedì ha approvato l’aggiornamento del Piano di Area per la gestione del ciclo di rifiuti e successivamente il Comitato di Ambito a livello regionale ha recepito l’integrazione. Le due decisioni appaiono confuse e soprattutto con profili di illegittimità, infatti:
1. Le quantità di rifiuti al futuro biodigestore spezzino saranno ben di più delle 20.000 scritte citate nella delibera perchè come minimo arriveranno quelli del Tigullio questo in palese contrasto con il Parere motivato di VAS n° 100 del 2018 sui piani di area provinciali (quindi anche quello spezzino) che aveva valutato la localizzazione, a Boscalino (Comune di Arcola) di un impianto di dimensioni non superiori alle 20.000 tonnellate/anno.
2. Il Parere motivato di VAS n° 100 del 2018 peraltro ha bocciato tale localizzazione chiedendo alla Provincia di cercare siti alternativi.
3. La delibera del Consiglio Provinciale spezzino per “superare” la bocciatura del Parere Motivato di VAS afferma che al momento dello svolgimento della VAS non era stata distribuita ai partecipanti tutta la documentazione necessaria. Tutto ciò in palese violazione della normativa in materia sul coinvolgimento delle amministrazioni interessate e del pubblico.
4. La integrazione al Piano di Area spezzino prodotta dalla delibera del Consiglio richiederebbe la riapertura del procedimento di VAS invece il Comitato di Ambito regionale si è limitato a recepire burocraticamente detta delibera.
In sostanza le due delibere affermano una visione della pianificazione nella gestione dei rifiuti lasciata nelle mani delle aziende che gestiscono questo settore come dimostrano peraltro i progetti di Taggia e di Isola del Cantone.
Alla luce di quanto sopra agiremo nelle sedi istituzionali competenti, compreso il Ministero dell’Ambiente, per annullare questo decisione e per tutelare la salute e l’ambiente dei cittadini spezzini.