Continua il drammatico caos e braccio di ferro tra Governo e ASPI, a tutto danno dei cittadini.

L’accordo tra il Governo e gli investitori sull’uscita dei Benetton da ASPI non ha dato i risultati sperati. Entro il 27 luglio i Benetton dovevano essere estromessi dall’azienda e invece, puntualmente, nulla è accaduto. Anzi, la situazione sta peggiorando. Gli investitori esteri, in mancanza di una decisione coerente e precisa da parte del Governo, stanno spingendo affinché Cassa depositi e prestiti non si limiti ad entrare come soggetto statale per aumentare il capitale, ma lanci una offerta pubblica di acquisto (OPA) con l’intento di comprare definitivamente le quote di ASPI.

Tutto questo avrebbe come risultato quello di far aumentare il valore di ASPI da 8 a 13 miliardi, a tutto vantaggio di coloro che ne detengono le quote, che sono gli investitori stessi. Già solo i “rumors” su questa operazione stanno facendo salire le quotazioni in borsa di Atlantia.

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E mentre gli investitori esteri parlano addirittura di ritirare i loro fondi dall’Italia, con conseguenze catastrofiche, il Governo non solo dimostra una gravissima ignavia nel non prendere delle decisioni definitive, cosa probabilmente voluta per non scontentare i 5 Stelle, ma utilizza dei metodi piuttosto “curiosi”. Prima promette ai cittadini che estromette i Benetton e fa un aumento di capitale, senza però in realtà avere niente sul piatto. Ora ASPI pretende che lo Stato, con CDP, acquisti le quote secondo una valutazione di mercato. Quindi ASPI vuole incassare denaro, altro che. Il Governo ha fatto credere che ci fosse un accordo ma ancora non c’è nulla, e per questa attesa e incertezza Atlantia guadagna in borsa. Intanto niente revoca né giustizia all’orizzonte.

E dal governo dovrebbe arrivare al più presto una scelta definitiva. Revocare le concessioni e dare il servizio una volta per tutte ad ANAS. Oppure, non revocare le concessioni e perseguire le inadempienze nella manutenzione delle Infrastrutture. O qualsiasi altra soluzione, deve giungere precisa, netta e definitiva, in quanto la cosa peggiore per i cittadini e per i mercati, che possono mettere in ginocchio il nostro paese, è l’incertezza.