
Il 2019 si è rivelato essere un anno davvero triste per il mercato del miele in Liguria: la siccità di marzo e il meteo instabile di aprile e maggio caratterizzato da temperature più basse della media hanno ucciso le api limitando, rispetto agli anni scorsi, la produzione di questo dolce nettare.
Sciami decimati, produzione del miele dimezzata
Non solo i pesticidi, ma anche le condizioni meteorologiche sfavorevoli sono in grado di causare danni gravi agli apicoltori e alle loro colonie: il vento, la pioggia e la grandine accompagnati da sbalzi termici sensibili hanno messo a dura prova la resistenza di questo insetto indispensabile. A confermare l’allarme con i propri dati e a richiedere lo stato di calamità naturale ci ha pensato l’Associazione Ligure Produttori Apistici denunciando la tragica situazione nella quale vive questo mercato. Le stime parlano chiaro: almeno un’ape su tre non è sopravvissuta alle condizioni meteorologiche di questa primavera. Non solo: è stata dimezzata la produzione del miele di castagno e azzerata quella del miele di acacia, creando un danno economico rilevante per gli apicoltori che, a causa del maltempo, sono dovuti intervenire poi per limitare le perdite, attestatasi attorno al 30% delle unità presenti nei loro sciami.
Le api rientrano nella cosiddetta categoria degli insetti utili, anzi indispensabili, che con il loro intervento favoriscono l’impollinazione e la riproduzione delle piante: instancabili lavoratrici sono però anche molto delicate, soprattutto rispetto al passato. L’inquinamento e i pesticidi usati nelle campagne sono i principali fattori che causano la morte delle api, il cui naturale ciclo vitale è dunque messo a dura prova dall’essere umano, troppo spesso incapace di prendersi cura anche di quegli esseri viventi che apportano benefici all’intero ecosistema.
Proteggere le api e il mercato con soluzioni concrete
A tal proposito è importante sottolineare come non vi sia la necessaria attenzione al problema da parte dell’Assessore all’Agricoltura Regionale Stefano Mai: quello delle api in Liguria non è un problema che nasce e si definisce in quest’ultima stagione. Eppure, nonostante le denunce da parte degli apicoltori nulla di concreto è stato fatto. Mancano risposte e soprattutto mancano iniziative. Il MoVimento 5 Stelle e la sua portavoce in Regione Alice Salvatore si chiedono come mai ancora manchino, tra le altre cose, misure di prevenzione contro la crescita delle colonie di vespa velutina, recentemente introdotta sul nostro territorio, killer naturale delle api e insetto pericoloso anche per l’uomo.
Al momento il settore di produzione del miele ligure è formato da un totale di 30.815 alveari curati da 2.299 allevatori apistici: il loro grido di aiuto esige una risposta. Prima di tutto attraverso un reale interessamento da parte della Regione Liguria alla situazione corrente: i dati parlano di una vera e propria strage di api che in qualche modo deve essere fermata.
Predire con certezza il meteo stagionale è pressoché impossibile, ma si può combattere l’uso di pesticidi in agricoltura e quelle specie entomologiche che rischiano di rendere inospitale l’habitat delle api. Informazione e azione sono le due parole chiave da applicare per proteggere le api: bisogna conoscere il problema e agire, qualcosa che l’Assessorato all’Agricoltura, dopo 4 anni e mezzo, ancora sembra non essere capace di fare.
Gli apicoltori liguri nel 2019 hanno perso molto: gli sciami sono decimati e la produzione di miele è crollata al punto di dover richiedere lo stato di calamità per affrontare l’emergenza: è inaccettabile che l’assessorato preposto non abbia eseguito maggiori controlli e accompagnato gli allevatori in un percorso di salvaguardia che, è importante sottolinearlo, doveva essere pianificato molto tempo fa. Le api sono insetti regolatori del nostro ecosistema: ignorarne le problematiche significa, non solo spianare la strada alla loro estinzione, ma creare un danno al mondo in cui viviamo e di cui dovremmo prenderci cura.